Revisione del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani
Dubbi e Controversie sull’Impatto che avrà sulla Libertà dei Pazienti
Il mondo della psicologia italiana è attualmente frammentato per via di un referendum volto a revisionare il Codice deontologico degli psicologi italiani. La revisione, accettata il 25 settembre con 9.034 sì e 7.617 persone contrarie, ha portato alla luce a diverse controversie e dubbi. In particolare, due articoli, l’articolo 31 e l’articolo 24, sono al centro di un acceso dibattito.
Modifiche all’articolo 24: Legge Basaglia e Diritti Costituzionali
Uno dei punti più controversi riguarda l’articolo 24, che affronta il consenso informato sanitario per adulti capaci. Questa modifica ha il potenziale per cambiare radicalmente il modo in cui gli psicologi conducono le loro pratiche.
L’articolo 24 è strettamente legato alla Costituzione italiana, che all’articolo 32 sancisce il diritto fondamentale di ogni individuo a non essere sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio a meno che non sia previsto dalla legge. Tale principio è ancorato alla legge Basaglia, un importante passo nella storia italiana che ha portato alla chiusura dei manicomi e all’abolizione di forme di trattamento forzato, garantendo una maggiore tutela delle libertà individuali.
Secondo La modifica passata in votazione sarà infatti aggiunto al codice deontologico il seguente passaggio: «Nei casi di assenza in tutto o in parte del consenso informato, ove la psicologa e lo psicologo ritengano invece che il trattamento sanitario sia necessario, la decisione è rimessa all’autorità giudiziaria». In pratica, si tratta di un trattamento sanitario – in questo caso psicologico, e non medico – potrà essere segnalato direttamente all’autorità giudiziaria che, pur senza consenso informato, potrà dare il via libera. La proposta di modifica all’articolo 24 solleva questioni cruciali sulla possibile incidenza di tali cambiamenti sulla protezione dei diritti dei pazienti e sulla conformità alle leggi fondamentali del paese.
Modifiche all’Articolo 31: La Minaccia alla Libertà dei Minori e delle Famiglie
L’articolo 31 del Codice deontologico affronta il “Consenso informato sanitario nei casi di persone minorenni o incapaci”. Gruppi come Progetto Medusa e il Comitato Madri Unite hanno sollevato preoccupazioni significative riguardo alle modifiche proposte. Il loro timore principale è che tali cambiamenti potrebbero minare il libero arbitrio dei pazienti o delle figure genitoriali, in particolare nei casi peritali.
Questi gruppi temono che i “Consulenti tecnici d’ufficio (Ctu)” potrebbero ottenere il potere di imporre trattamenti psicologici ai bambini senza il consenso dei genitori, creando una situazione simile a quella di un “Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO)“.
Le Preoccupazioni di Bruna Rucci: Il Rischio di Psicoterapia Coercitiva
Bruna Rucci, psicologa, psicoterapeuta e responsabile di Progetto Medusa, esprime preoccupazioni più ampie riguardo alle modifiche proposte al Codice deontologico. Temendo il rischio di un’approvazione di modalità impositive di intervento psicologico su adulti e minori, Rucci paragona tali pratiche a un “Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO)“. Riconosce che un TSO segue una procedura precisa e che lo psicologo, essendo diverso da uno psichiatra, non dovrebbe avere il potere di imporre trattamenti contro la volontà delle persone.
“La Libertà è Terapeutica” Franco Basaglia
Le proposte di revisione del Codice deontologico degli psicologi italiani, se adottate, rischiano di compromettere gravemente i diritti e la libertà dei pazienti. Questo solleva preoccupazioni significative riguardo alla protezione dei principi fondamentali di autodeterminazione e consenso informato.
Inoltre, la stretta differenza di voti tra le fazioni favorevoli e contrarie, con 9.034 voti a favore e 7.617 voti contrari, mette in evidenza la complessità e l’importanza del dibattito in corso. Mentre l’Ordine nazionale degli psicologi ha sostenuto il cambiamento, è fondamentale che si tenga conto delle legittime preoccupazioni espresse da professionisti e gruppi che lavorano a stretto contatto con gli psicologi. La sfida ora è trovare un equilibrio tra il desiderio di modernizzare il codice e la necessità di preservare i diritti e la libertà dei pazienti.