La Cina sostiene il diritto all'autodeterminazione palestinese e la giurisdizione della CIG
di Nouhailand
Dopo l’ambiguità dei primi giorni, la Cina si schiera apertamente a favore della lotta palestinese.
“La Cina sostiene che la corte abbia giurisdizione sul caso e non ha motivo di rifiutarsi di esercitare la sua giurisdizione” sottolinea il Consulente legale del Ministero degli Affari Esteri della Cina Ma Xinmin sul diritto all’autodeterminazione dei palestinesi.
Ha affermato che ciò è dovuto a una “lunga occupazione e oppressione della Palestina” da parte di Israele.
Ha inoltre dichiarato che l’uso della lotta armata da parte dei Palestinesi per ottenere l’indipendenza da regimi stranieri e coloniali è “legittimo” e “giustificato” secondo il diritto internazionale.
“La lotta intrapresa dai popoli per la loro liberazione, il diritto all’autodeterminazione, compresa la lotta armata contro il colonialismo, l’occupazione, l’aggressione, la dominazione contro le forze straniere non dovrebbe essere considerata un atto di terrorismo”, ha aggiunto, facendo riferimento alle convenzioni internazionali.
Definendo la questione della Palestina un “test decisivo per la coscienza collettiva dell’umanità e la saggezza dell’ONU”, ha affermato che la Cina si impegna a rispettare lo stato di diritto.
Sostenendo una “cessazione completa delle ostilità” a Gaza e una soluzione a due stati attraverso negoziati tra Palestina e Israele, ha citato la Risoluzione 3314 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1973 che riafferma la “legittimità della lotta del popolo per liberarsi dalla dominazione coloniale e straniera mediante tutti i mezzi disponibili, compresa la lotta armata”.
“La lotta armata, in questo contesto, si distingue dagli atti di terrorismo. È basata sul diritto internazionale”, ha sottolineato. “Questa distinzione è riconosciuta da diverse convenzioni internazionali”.
Negli ultimi decenni, i legami tra la Cina e la Palestina si sono rafforzati, con relazioni ufficiali instaurate nel 1988. Nonostante l’approfondimento dei rapporti economici con Israele, la Cina mantiene una posizione prudente sulla “questione palestinese”.
Il paese asiatico evita di contrapporsi apertamente a Israele e continua a sostenere la soluzione a due stati e i diritti del popolo palestinese secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite.
In passato ostile verso Israele negli anni Sessanta, la Cina ha successivamente virato verso una cooperazione concreta, ma nonostante i legami crescenti con Tel Aviv, continua a fornire costante sostegno politico e diplomatico alla Palestina, come evidenziato dalla visita di Mahmoud Abbas e dagli impegni di Xi Jinping.
Dopo il 7 ottobre la Cina ha espresso preoccupazione, ma si è astenuta dal classificare l’organizzazione come terroristica, distinguendosi dagli Stati Uniti.
La posizione cinese tra Israele e Palestina riflette un approccio pragmatico e multilaterale, cercando di bilanciare interessi economici e strategici senza schierarsi completamente con nessuna delle parti coinvolte, permettendo alla Cina di mantenere influenza nella regione e di agire come potenziale mediatore nella questione palestinese.