Guerre, Omicidi e Violenza: Gli Uomini Muoiono Prima delle Donne

Guerre, Omicidi e Violenza: Gli Uomini Muoiono Prima delle Donne

Le donne vivono più a lungo degli uomini, e no, non si tratta di una leggenda metropolitana, ma di un fenomeno accuratamente documentato dall’OMS.

Secondo i dati della World Health Statistics 2019 dell’OMS, l’aspettativa di vita per i nati nel 2019 sarà di 69,8 anni per gli uomini e di 74,2 anni per le donne, con un divario di 4,4 anni a favore delle donne.*

Dato che mette in luce l’importante differenza nella longevità tra uomini e donne, suscitando una serie di interrogativi su cosa possa contribuire a tale disparità.

*Nel 2019, nasceranno più di 141 milioni di bambini: 73 milioni di maschi e 68 milioni di femmine. Sulla base dei rischi di mortalità recenti, i maschi vivranno in media 69,8 anni e le femmine 74,2 anni - una differenza di 4,4 anni. Anche l’aspettativa di vita a 60 anni è maggiore per le donne rispetto agli uomini: 21,9 anni contro 19,0 anni.
Fonte: - World Health Statistics “Monitoring Health for the Sustainable Development Goal” 
Anno 2019

Molte persone possono erroneamente ritenere che le differenze nelle aspettative di vita tra uomini e donne siano il risultato di fattori genetici e/o biologici. 

Tuttavia, uno sguardo approfondito rivela un quadro molto più complesso con cause da individuarsi anche nei modelli e sistemi sociali in cui siamo inseriti e cresciamo.

L’impulso principale di questa disparità potrebbe, non sorprendentemente, essere radicato nell’ideale di mascolinità che da tempo permea la società; un ideale che si sta rivelando come una delle sfide più significative per la salute e la stessa vita degli uomini.

Nelle nazioni come l’Islanda, l’Irlanda, Malta, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Svezia e la Repubblica di Macedonia, la differenza nell’aspettativa di vita tra uomini e donne è “minima”, con gli uomini che vivono “soltanto” quattro anni in meno rispetto alle donne. Al contrario, in Bielorussia, Lituania, Lettonia, Ucraina e Russia, gli uomini muoiono dieci anni prima delle donne.

Negli Stati Uniti gli uomini in media muoiono cinque anni prima delle donne. La disparità è ancora più ampia tra diverse minoranze etniche e razziali, con le donne statunitensi appartenenti a comunità razzializzate che vivono in media 16,5 anni in più degli uomini dello stessa comunità.

“Tramite omicidi e guerre, gli uomini si uccidono tra loro a ritmo elevato: e cos’è l’uccisione, se non il massimo esercizio di potere?” 

La violenza tra uomini è uno dei principali fattori che contribuiscono a questa disparità. Omicidi e conflitti armati sono spesso un estremo esercizio di potere, ma la stragrande maggioranza delle vittime e degli aggressori sono uomini compresi tra i 15 e i 39 anni. Negli Stati Uniti, ad esempio, tra il 75% e l’80% delle vittime d’omicidio sono uomini e gli uomini sono responsabili del 90% degli omicidi.

Nel 2016, si sono verificate stime di circa 477.000 morti a livello globale a causa di omicidi. Gli uomini hanno quasi quattro volte più probabilità di essere assassinati rispetto alle donne. 

Gli uomini che si rendono colpevoli di aggressioni, stupri e omicidi aderiscono spesso in modo patologico ai canoni di potere della mascolinità egemonica.

La violenza, spesso accompagnata da commenti e atteggiamenti sessisti, viene sfruttata come un mezzo per evitare di essere dominati da un altro uomo. Inoltre, per alcuni uomini, la violenza è un mezzo per guadagnare rispetto, dimostrando il proprio valore attraverso il dominio sugli altri.

Allo stesso tempo, l’uso della coercizione per ottenere il controllo sulla partner o per costringerla in un rapporto sessuale è un modo per affermare la propria mascolinità.

Gli uomini coinvolti in comportamenti  e modus operandi violenti spesso hanno rapporti difficili con le emozioni, esprimendole tutte attraverso la rabbia, con la tendenza ad individuare la causa delle loro emozioni in qualcun altro,  rispondendo con violenza per eliminare quella fonte di disagio.

La stretta cerchia sociale che si cerca o che si ritrova è spesso composta da individui che condividono le stesse prospettive, il che li allontana da alternative non violente per affrontare le emozioni. Inoltre, l’adesione al modello di mascolinità dominante li priva di opportunità per esprimere sentimenti in modo non violento, e spesso non vengono neanche incoraggiati a farlo.

Il suicidio rappresenta la forma estrema di autolesionismo ed è più comune tra gli uomini rispetto alle donne in tutto il mondo. Sebbene gli uomini siano meno inclini a tentare il suicidio rispetto alle donne, sono più propensi a portarlo a termine.

La letalità maschile potrebbe essere attribuita alla persistente enfatizzazione dell’azione rispetto alla riflessione, sottolineata dalla mascolinità egemonica, che scoraggia gli uomini dall’esprimere o valutare le proprie emozioni. Di conseguenza, spesso si trovano ad affrontare da soli problemi che non sanno come risolvere, contribuendo alla sensazione di disperazione e fallimento.

I comportamenti e le attitudini maschili che influenzano la salute, inclusa la riluttanza a cercare assistenza medica o psicologica, sono fortemente influenzati dalla cultura. Un’idea tradizionale di mascolinità negli Stati Uniti suggerisce che “gli uomini più potenti tra gli uomini sono quelli per cui salute e sicurezza non contano”.

Per affrontare queste problematiche, a tratti differenti, ma accomunati tutti dalla matrice dalla quale originano, sono necessari interventi educativi fin dalla giovane età.

Promuovere un concetto di mascolinità per cui cercare aiuto possa essere considerato un segno di forza, e fare sensibilizzazione sull’effetto negativo del linguaggio e delle rappresentazioni culturali che glorificano comportamenti maschili autodistruttivi è essenziale.

Tutti questi elementi dovrebbero essere presi in considerazione all’interno di ricerche che affrontano la disparità di sopravvivenza di genere come un problema multifattoriale, considerando sia gli aspetti fisiologici che quelli sociali. 

Per garantire che i nostri padri, fratelli, figli e amici possano vivere una vita più lunga e sana, è fondamentale riconsiderare in modo profondo cosa significhi essere un “uomo” nei giorni nostri.