Gli Houthi: Chi Sono e il Loro Sostegno alla Lotta Palestinese

Gli Houthi: Chi Sono e il Loro Sostegno alla Lotta Palestinese

Di Dalia Ismail

Gli Houthi sono al centro dell’attenzione internazionale da mesi, da quando hanno dichiarato guerra ad Israele in supporto al popolo di Gaza. Nonostante ciò, per il pubblico occidentale, rimangono perlopiù sconosciuti. In un contesto geopolitico complesso, dove le tensioni regionali sono molto alte, comprendere il ruolo degli Houthi e il significato del loro sostegno alla Palestina è essenziale. 

Chi sono gli Houthi? 

Gli Houthi, o Ansarallah ( “Partigiani di Dio” è il nome ufficiale del movimento), sono un gruppo armato islamico della minoranza sciita zaidita nello Yemen. Le loro origini risalgono agli anni ‘90, nella provincia settentrionale di Saada. 

Vengono chiamati “Houthi” per via del cognome del loro attuale leader Abdul-Malik al-Houthi. La loro notorietà risale al 2014, quando hanno preso il controllo della provincia di Saada per poi muoversi verso sud e conquistare la capitale, Sana’a. 

Questa avanzata ha costretto il presidente yemenita Abd-Rabbu Mansour Hadi a fuggire in esilio in Arabia Saudita.

La crescente popolarità degli Ansarallah ha destato preoccupazione tra i paesi regionali e internazionali, specialmente l’Arabia Saudita, che ha guidato una coalizione militare per ripristinare il governo di Hadi e contrastare quella che, a loro avviso, è l’influenza iraniana nella regione. Questa coalizione, sostenuta dagli Stati Uniti, è intervenuta militarmente in Yemen nel marzo 2015.

Da allora, la guerra in Yemen tra gli Ansarallah e la coalizione filo governativa ha causato una devastazione senza precedenti, con centinaia di migliaia di morti e milioni di persone al limite della fame. Le Nazioni Unite hanno definito la situazione come la peggiore crisi umanitaria al mondo.

La rivoluzione degli Ansarallah

L’assedio e l’invasione dello Yemen da parte di alcuni paesi arabi, con il sostegno logistico degli Stati Uniti e di Israele, hanno segnato un fallimento nel tentativo di smantellare la rivoluzione guidata dagli Ansarallah. Nonostante la brutalità degli attacchi della coalizione, il movimento è riuscito a prendere il controllo di gran parte del paese, inclusa la capitale Sana’a. 

Scrive il giornalista Robert Inlakesh in un articolo per The Palestine Chronicle: “il successo degli Ansarallah è dovuto all’attenta gestione degli affari tribali, all’istituzione di un governo regolarmente funzionante che controlla circa l’80% della popolazione yemenita”

Nonostante sia un partito militare, sociale e politico, spesso viene definito “ribelli Houthi” e viene puntualizzato regolarmente il sostegno dell’Iran da tutti coloro che cercano di minarne la credibilità dipingendolo come un burattino, e non come un soggetto politico svincolato.

Le Nazioni Unite non hanno ancora riconosciuto il governo degli Ansarallah come l’autorità legittima dello Yemen, nonostante diriga la capitale . Al contrario, sostengono il Presidential Leadership Council, un’organizzazione politica creata nel 2022 in Arabia Saudita. Questa è stata istituita con l’obiettivo di fornire una soluzione alla crisi yemenita e di stabilizzare la situazione nel paese riunendone tutte le fazioni politiche. Considerati gli attori e i fatti, questa è vista come un tentativo di consolidare ulteriormente l’influenza dell’Arabia Saudita in Yemen e di promuovere i suoi interessi geopolitici nella regione.

Prima della creazione del consiglio presidenziale, Hadi era riconosciuto dalle Nazioni Unite come il presidente legittimo, nonostante non avesse il controllo della capitale, né della maggioranza della popolazione yemenita e delle forze armate. La sua legittimità come presidente era stata mantenuta da molti stati membri dell’ONU.

I valori politici degli Ansarallah 

Gli Ansarallah si identificano con una serie di principi e valori che plasmano il loro movimento e la loro lotta. Questi includono la resistenza contro l’occupazione straniera, difendendo la sovranità e l’indipendenza del paese. Essi rappresentano principalmente la comunità zaidita dello Yemen e promuovono i diritti e gli interessi di questa minoranza religiosa all’interno del paese.

Gli Ansarallah si presentano anche come un movimento che cerca di combattere la corruzione e l’ingiustizia all’interno del governo yemenita e della società, sostenendo un’idea di governance inclusiva che tenga conto delle diverse fazioni politiche e gruppi etnici e religiosi. Già nei primi anni ‘90, si impegnavano a portare avanti delle iniziative sociali.Queste fornivano istruzione e sostegno sociale, rappresentando una forte risposta alle disuguaglianze e alle ingiustizie presenti nella società. La loro opera sociale era estremamente popolare e riconosciuta come un impegno nel contrastare le disparità e nel fornire un aiuto concreto alle comunità vulnerabili.

Il sostegno concreto alla Resistenza Palestinese

Il genocidio in corso a Gaza ha scosso profondamente gli yemeniti, così come milioni di altre persone nel mondo. Le autorità Ansarallah hanno lanciato, da ottobre, appelli alla solidarietà con la Palestina, unendo la popolazione yemenita come mai prima. 

A causa della totale paralizzazione della comunità internazionale di fronte ai crimini israeliani, gli Ansarallah hanno deciso di scendere in campo.  

A partire dalla metà di ottobre, i Partigiani di Dio hanno sferrato diversi attacchi missilistici verso il sud di Israele, che però sono stati perlopiù intercettati e neutralizzati dalle forze navali statunitensi, francesi e altre. Il loro intervento successivo - che ha portato a dei risultati efficaci - è stato quello di lanciare sistematicamente attacchi contro le navi nel Mar Rosso. 

I continui attacchi yemeniti nel Mar Rosso stanno causando gravi danni al commercio mondiale. Con il 15% del commercio globale che transita attraverso questa regione, gli attacchi hanno portato a una significativa riduzione del flusso commerciale globale.

Gli Ansarallah hanno dichiarato di mirare alle navi legate ad Israele, sia in termini di proprietà che di destinazione o transito. Secondo la rivista Orient XXI, si stima che la crisi abbia già inflitto all’economia israeliana costi aggiuntivi di circa 3 miliardi di dollari (equivalenti a 2,74 miliardi di euro).

Il sequestro del cargo Galaxy Leader rimane uno degli atti più eclatanti compiuti. Fino all’inizio di gennaio, le immagini della squadra d’assalto a bordo della nave sono state trasmesse ripetutamente dai media occidentali. Questo episodio ha permesso agli Ansarallah di trasformare il sequestro e il dirottamento della nave in un’occasione per promuovere la propria causa a livello mediatico. Hanno organizzato eventi culturali a bordo della nave sequestrata, che sono stati ampiamente diffusi dagli influencer yemeniti sui social, e l’hanno trasformata in una meta turistica, aggiungendo così un ulteriore strato di pubblicità alla loro azione.

Nel mese di dicembre, gli Stati Uniti hanno creato una task force internazionale volta a contrastare gli Houthi, denominata “Guardiano della prosperità”. Il suo obiettivo principale è quello di garantire la libera navigazione nel Mar Rosso, contrastando gli attacchi Ansarallah.

Il 25 febbraio, USA e Regno Unito hanno bombardato diverse città in Yemen, al fine di neutralizzare il movimento, colpendo 12 postazioni Houthi, ha riportato Al Jazeera. Da quel giorno, il paese è stato bombardato più volte da questa coalizione, uccidendo diversi militanti.

“Senza mai nemmeno ferire nessun membro degli equipaggi, e sempre con lo stesso script, con lo stesso messaggio, la stessa chiarissima richiesta: noi smettiamo di attaccare le navi che vi portano il benessere se Israele smette di bombardare Gaza. Sebbene - viste le premesse - un po’ di denaro non guasterebbe, dagli Houthi non arrivano richieste economiche, non ci sono richieste di riscatto in alcun caso, mai, neanche un centesimo.

Sempre e soltanto: smettiamo se prima smette Israele. Se Israele non smette, noi continuiamo almeno finché non ci lanciate una bomba atomica, perché ai bombardamenti convenzionali siamo abituati e da perdere, lo avrete capito tutti, ormai c’è pochino”, questo ha scritto il giornalista Lorenzo Forlani, in un post sul suo profilo Facebook, riguardo all’impegno politico degli Ansarallah per la giustizia nonostante la condizione disperata in cui vivono.

Gli Ansarallah sono gli unici che, de facto, stanno contrastando un genocidio commesso ai danni di una popolazione rinchiusa in una gabbia da cui non si può scappare, in uno scenario globale totalmente bloccato e, di conseguenza, complice. 

Il politologo statunitense Norman Finkelstein, al The Katie Halper Show, ha detto: ” non scherzate con gli Houthi”. 

Durante il brutale assedio dello Yemen da parte dell’Arabia Saudita, tra il 2015 e il 2018, 88 000 yemeniti sono morti, di cui il 60% per fame, ha annotato Finkelstein. A parer suo, a far mobilitare gli Houthi sono la comprensione e l’empatia verso il popolo di Gaza, in quanto questa enorme ingiustizia è stata compiuta anche contro di loro.

Finkelstein ha spiegato la politica degli Ansarallah con le seguenti parole: “Volete continuare il vostro commercio? Volete continuare il vostro business? Volete costruire la vostra economia mentre il popolo di Gaza sta subendo una carestia di massa? No! (…) Mentre il popolo di Gaza viene martirizzato, non ci sarà nessun business come al solito. Colpiremo chiunque passi da questi confini finché il popolo di Gaza non sarà libero da questo genocidio!”