Giornata Mondiale delle Nazioni Unite Guterres Ricorda che l’Attacco di Hamas Non Arriva dal Nulla, in Risposta Tel Aviv chiede le dimissioni al Segretario Generale dell'ONU

Giornata Mondiale delle Nazioni Unite Guterres Ricorda che l’Attacco di Hamas Non Arriva dal Nulla, in Risposta Tel Aviv chiede le dimissioni al Segretario Generale dell'ONU

Il fallimento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel fermare l’eccidio è “imperdonabile” Riyad al-Maliki, Ministro degli Esteri palestinese

di Oumaima Rachih

“In questa Giornata delle Nazioni Unite, impegniamoci con speranza e determinazione a costruire un mondo migliore delle nostre aspirazioni. Impegniamoci per un futuro all’altezza del nome della nostra indispensabile organizzazione. Siamo un mondo diviso. Possiamo e dobbiamo essere Nazioni Unite.”

Con questo messaggio, promosso da António Guterres, segretario generale dell’ONU, viene celebrata la giornata di ieri, 24 Ottobre, data che marca l’anniversario dell’entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite nel 1945. 

Attraverso la ratifica di questo documento fondante da parte della maggioranza dei suoi Stati firmatari, compresi i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina,Russia, Stati Uniti, Francia e Regno Unito) nascono ufficialmente le Nazioni Unite. 

Il nobile intento di cercare di mantenere pace e giustizia nel Globo, in risposta all’orrore causato dalla Seconda Guerra Mondiale, per i più idealisti rappresenta ancora un barlume di speranza, mentre sembra un sogno irrealizzabile agli occhi dei più cinici.

Le parole che compaiono sul sito ufficiale dell’organizzazione sono, non casualmente, le seguenti:
“Non esiste un’altra organizzazione globale con la legittimità, il potere di convocazione e l’impatto normativo delle Nazioni Unite. Nessun’altra organizzazione globale dà speranza a così tante persone per un mondo migliore e può offrire il futuro che vogliamo. Oggi, l’urgenza di riunire tutti i Paesi, per mantenere la promessa delle nazioni unite, è raramente stata più grande.”

Circa 80 anni dopo l’istituzione di questa organizzazione internazionale, che vanta numerosi successi, ma anche una serie di fallimenti, come redazione di MUN, abbiamo ritenuto opportuno elencarne alcuni.

Procediamo in prima battuta con i successi delle Nazioni Unite: 

  1. Negli anni, grazie all’intervento della FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, si è avviato un processo di miglioramento della piaga delle carestie nel mondo. I numeri di persone che soffrono di povertà, fame o malnutrizione  sono diminuiti rispetto al secolo scorso, quando più di 70 milioni di persone morirono a causa delle varie carestie. 
    Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura e la gestione degli aiuti di emergenza sponsorizzata dall’ONU possono essere ringraziati per questo. 
  2. L’ONU ha esercitato pressioni per convincere alcuni Paesi a rinunciare volontariamente alla costruzione di armi nucleari, come nel caso del Sudafrica al termine del regime dell’Apartheid e del Kazakistan al crollo dell’Unione Sovietica.
  3. L’UNESCO, l’organizzazione culturale delle Nazioni Unite, è stata leader nella protezione dei luoghi storici e naturali più significativi al mondo. Grazie alle azioni dell’UNESCO, sono stati preservati gioielli storici come il Machu Picchu, i Sassi di Matera, la Città Vecchia di Gerusalemme e le meraviglie naturali delle Galapagos.

Ora passiamo a considerare i fallimenti delle Nazioni Unite: 

  1. I Genocidi in Ruanda e Srebrenica: 
    Due dei più devastanti sono stati i genocidi in Ruanda e Srebrenica. Nel 1994, le Nazioni Unite avviarono una “Missione di Sostegno” in Ruanda, con l’obiettivo di contribuire all’attuazione dell’accordo di pace di Arusha. Le forze impiegate non riuscirono a impedire alla maggioranza Hutu di uccidere quasi un milione di membri della comunità minoritaria dei Tutsi.
    Un altro grave fallimento fu il massacro di oltre 8.000 uomini musulmani bosniaci da parte delle forze serbe a Srebrenica nel 1995.
  2. Le accuse di stupri e abusi sessuali commessi da membri delle forze di pace dell’ONU nei confronti di minori in Congo hanno ulteriormente compromesso la reputazione dell’organizzazione. 
    All’inizio del 2005, nella Repubblica Democratica del Congo, le forze di pace furono accusate di aver pagato per prestazioni sessuali e di aver commesso stupri contro le donne e ragazze che dovevano proteggere. Accuse simili sono state sollevate anche in altri luoghi, come Bosnia, Haiti e Cambogia.
  3. Secondo un articolo pubblicato da Richard Spencer sul The Telegraph, tra le vergogne delle Nazioni Unite vi è anche l’accusa di aver diffuso il colera ad Haiti subito dopo il devastante terremoto che colpì l’isola. Test genetici hanno dimostrato che la pandemia fu probabilmente causata da un membro delle forze di pace dell’ONU che era portatore della malattia. Ciò portò all’infezione di più di 700.000 persone e causò la morte di 8.000 di loro.

Crisi nella Striscia di Gaza e  Sforzi Inadeguati dell’ONU

Mentre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito il 24 ottobre, la crisi nella Striscia di Gaza si è acuita.

Martin Griffiths, il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, ha espresso profonde preoccupazioni durante una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza in Egitto, dove si sta ancora cercando di negoziare l’accesso agli aiuti per la Striscia di Gaza. 

Il numero di camion autorizzati ad entrare nelle aree colpite dai bombardamenti non è nemmeno lontanamente sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione palestinese, vittima dei raid aerei. 

Griffiths ha sottolineato l’importanza di un cessate il fuoco umanitario per alleviare le sofferenze umane, un appello che fa da eco a quello del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il quale ha chiesto un “immediato cessate il fuoco umanitario” per agevolare il rilascio degli ostaggi e consentire l’accesso illimitato degli aiuti umanitari alla popolazione della Striscia.

Tuttavia, gli sforzi dell’ONU non sono stati ritenuti sufficienti. Il Ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Maliki, ha dichiarato che il fallimento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel fermare l’eccidio è “imperdonabile”. 

Durante un dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza a New York, Maliki ha espresso la sua frustrazione, sottolineando che il Consiglio ha il dovere di porre fine agli omicidi. 

Ha evidenziato che oltre 2 milioni di palestinesi sono in una “missione di sopravvivenza ogni giorno e ogni notte”. 

Al-Maliki ha ribadito che ulteriori ingiustizie e omicidi non renderanno Israele più sicuro, sottolineando che solo la pace può portare la sicurezza. 

Esortando alla cessazione degli spargimenti di sangue, il ministro ha affermato che: “Deve essere chiaro che questa può essere raggiunta solo ponendo immediatamente fine alla guerra israeliana lanciata contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza.”

Il bilancio di vittime prodotto delle violenze è di più di 7.100 persone, tra cui almeno 5.791 palestinesi e 1.400 israeliani.

Inoltre, di recente, le forze politico mediatiche di Tel Aviv hanno perpetrato un oltraggio al diritto alla libertà di espressione nei confronti del segretario generale dell’ONU,  Antonio Guterres, che è stato invitato a rassegnare le proprie dimissioni dai rappresentanti di Israele. 

L’arrogante pretesa soggiunge a fronte di quanto candidamente dichiarato Antonio Guterres, che, durante il discorso celebrativo della giornata di ieri, ha espresso la sua preoccupazione in merito “alle violazioni delle leggi del diritto internazionale” di cui siamo testimoni, ricordano a tutti che l’attacco di Hamas non è avvenuto dal nulla, e dunque non bisogna decontestualizzare l’avvertimento da una situazione di occupazione e colonizzazione illegale. 

Antonio Guterres ha affermato che “nulla può giustificare le azioni violente di Hamas, ma che non si possono accettare la punizione collettiva ai danni della popolazione palestinese.” 

Per queste parole sopracitate, il segretario generale è stato criticato duramente dall’ambasciatore di Tel aviv, che del primo ha richiesto la rinuncia agli incarichi internazionali.

La redazione di MUN ritiene che sia oltraggioso che uno Stato intimi al Segretario Generale delle Nazioni Unite di allontanarsi dal proprio ruolo,  semplicemente perché lo ha svolto in maniera imparziale.

Ciò ribadisce al Mondo l’importanza della completezza nelle informazioni, dell’importanza della comprensione di certe dinamiche e del livello narrativo attraverso le quali vengono comunicate al pubblico per creare consenso e dissenso.